Mozione Moda: futuro sostenibile anche per questo settore

180

“Oggi abbiamo approvato un’importante mozione per sostenere e promuovere uno dei settori caratterizzanti il made in italy.-lo dichiara in una nota stampa, Marianna Iorio, deputata pentastellata e membro della Commissione Cultura in Parlamento,che prosegue-. Con un fatturato che supera gli 80 miliardi di euro all’anno, la filiera della moda rappresenta un asset strategico dell’industria italiana con all’incirca l’8,5 per cento del volume di affari e il 12,5 per cento dell’occupazione dell’industria manifatturiera in Italia. Per la sua portata attuale, al settore corrisponde una consistente produzione ed una consistente generazione di problematiche di impatto ambientale, come emerge dall’ultimo World Economie Forum, secondo il quale l’industria della moda è il secondo settore più inquinante al mondo dopo quello petrolifero, responsabile del 10 per cento delle emissioni globali di gas serra (CO2).

L’attenzione ai temi della transizione ecologica non è solo una caratteristica produttiva, ma è una vera e propria esigenza. L’obiettivo è una transizione giusta, in cui l’approccio a uno sviluppo sostenibile non si limiti ai soli contesti maggiormente dipendenti da fonti e tecnologie altamente impattanti e climalteranti, ma sia in grado di attivare una leva di crescita che colga le caratteristiche e le esigenze settoriali che, a prescindere dalla dimensione aziendale, accompagni anche le imprese più piccole nella transizione.

Con questo provvedimento vogliamo impegnare il governo ad adottare iniziative utili per rendere sempre più possibile un futuro sostenibile, anche nella moda, con una efficace politica di tutela ambientale, dedicata al settore tessile e orientata ai temi della transizione verso un’economia circolare. E’ importante promuovere campagne di sensibilizzazione dei consumatori ad acquisti sostenibili, in favore di una maggiore trasparenza circa la riparabilità, la provenienza da materiale riciclato e la riciclabilità dei prodotti per veicolare gli utenti verso scelte più consapevoli. E ancora, in ambito europeo dobbiamo abituarci all’idea della Sustainable Fashion Innovation Society”.